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RIPARTIRE DA ZERO

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Rimettersi in gioco? Ripartire da zero.

Non sempre vuol dire rinnegare tutto ciò che si è fatto finora, ma semplicemente è fare un punto della situazione, riprendere progetti accantonati ed iniziarne dei nuovi.

Era il lontano 2005 quando ho compreso che scrivere, per me, era la cura ad ogni malessere.

Vomitare tutti i miei pensieri mi faceva stare bene. Non mi è mai importato, chi dall’altra parte dello schermo li leggesse. Era il mio mondo. Il mio specchio con cui mi riflettevo ogni mattina per alleggerire la mia anima.

Per me è sempre stato più semplice scrivere che parlare.

La scrittura è stata un salvagente in quei momenti in cui credevo di annegare.

Nella confusione di questi anni, mi sono sentita come una mosca in un barattolo. Avete presente quello di vetro con la scritta “Quattro Stagioni” in rilievo dove le nostre mamme mettevano la marmellata? sì, quella a pezzettoni dal profumo che inebriava la cucina e che poi lei chiudeva ermeticamente e lo faceva andava sottovuoto. Ecco. Io mi sono sempre sentita in quel barattolo. Senza via d’uscita.

Ho trascorso gli ultimi anni in stand-by. Non so realmente come mi sono persa. E’ capitato piano piano, non all’improvviso. Passavano i giorni e mi sono ritrovata diversa, ma non diversa per scelta, ma per le circostanze.

Poi un giorno è come se tutto si fosse resettato. Dopo ben 14 anni, ho perso il lavoro. Non l’ho vista come una disgrazia, ma come un’opportunità per ritrovare me stessa.

Sono cresciuta con molti schemi mentali, che si sono rivelati spesso nocivi, limitanti.

Come la paura che spesso mi ha avvolta e soffocata.

Credevo di essere fragile e questo mi ha reso spesso un bersaglio facile, finché mi sono resa conto che combattendo le mie battaglie personali diventavo ogni giorno più forte.

Ho iniziato a fregarmene di molte cose: delle opinioni delle persone e delle loro critiche non costruttive, dei fallimenti e delle mancanze, mie e degli altri.

Mi sono bastata.

Non ho mai toccato veramente il fondo, ho cercato in qualche modo di rimanere sempre a filo dell’acqua, tra la realtà e l’apparenza.

Realtà, quella con cui dovevo confrontarmi ogni giorno e l’apparenza, quella che mi faceva sentire davanti agli occhi degli altri, ancora un essere “normale”.

Arriva poi sempre quel momento in cui ci si scontra tra la realtà e l’apparenza. Iniziano a diventare due macigni troppo pesanti da sopportare ed è lì che siamo messi alle strette e dobbiamo decidere, se continuare a fingere o mostrarci per quello che siamo.

Quel momento è arrivato, quando non mi sono più accettata diversa ed eternamente insoddisfatta.

Non toccare il fondo, non ti dà neppure l’opportunità di ritornare in superficie, di darti la spinta per tornare a respirare, di nuotare verso la tua isoletta felice.

E’ come se rimanessi a galleggiare con il corpo chino, con la testa sott’acqua in apnea. Tutto appare come ovattato, offuscato, nulla è più nitido e perdi la ragione.

Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare”. Lessi questa frase nell’Alchimista, il libro di Paulo Coelho, uno dei miei scrittori preferiti e la feci mia.
Non si può cambiare il passato, non si può resettare la propria vita e i propri errori. Si può però ripartire da zero, comunque in ogni caso. Facendo delle proprie imperfezioni e lacune, solchi da colmare con nuove esperienze ed emozioni.
Nadia Coppola
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FatinaSweet

Nadia Coppola nasce nel Giugno 1981 a Napoli, all'età di 8 anni si trasferisce a Verona. Appassionata di Moda, Cucina, Beauty e Travel apre il suo primo Blog di Cucina nel Gennaio del 2013. Nell'Aprile 2021 prende vita "Nadia Coppola", il blog che diventerà l'unico punto fermo dove racchiuderà tutte le sue passioni.

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